Negli ultimi decenni la tecnologia ha fatto passi da gigante, rivoluzionando quasi tutti gli ambiti professionali. Questo vale anche per l’odontoiatria: ed è proprio quello che vogliamo farvi scoprire oggi, presentandovi lo Scanner 3D.

Quante volte, a seguito del nostro famoso “apri grande”, vi è stata applicata per diversi minuti una fastidiosa pasta per prendere l’impronta dei vostri denti?

Ora in pochi minuti e senza disagio, con una comoda “penna” digitale, sarà possibile ricostruire in modo digitale la bocca del paziente trasmettendo praticamente senza distorsioni e con meno passaggi, quasi in tempo reale, il materiale al laboratorio odontotecnico che potrà quindi iniziare a costruire il vostro perfetto manufatto in ceramica. Ancora non è possibile utilizzare questa tecnologia in tutte le necessità protesiche ma a breve, con miglioramento dei processi e delle strumentazioni, diventerà un nuovo standard nei percorsi protesici.

Che cos’è lo scanner 3D?

La digitalizzazione delle procedure odontoiatriche ha portato negli ultimi anni alla creazione di uno scanner che i professionisti qualificati e aggiornati utilizzano traendo vantaggio dallo sviluppo in 3D della situazione effettiva del paziente.

Il dentista che effettua una scansione intraorale trasferisce l’immagine sul pc con i programmi che permettono una ricostruzione in 3D del cavo orale del paziente.

Infatti in questo modo viene rilevata l’impronta digitale che è inviata in tempo reale ai tecnici velocizzando i passaggi e migliorando la precisione di corone e ponti.

Inoltre sulla ricostruzione virtuale il medico può intervenire progettando e provando gli interventi da effettuare, in questo modo ha una visione completa della situazione pre intervento e post intervento tale da consentirgli di correggere eventuali errori a cui andrebbe incontro utilizzando altri metodi meno precisi.

Qual’è la differenza tra l’impronta con scanner e quella classica?

L’utilizzo di elastomeri per la creazione di un’impronta delle arcate dentali del paziente richiede la permanenza del materiale in bocca per svariato tempo, a volte fino a 6 minuti. Il questo periodo il paziente è costretto a restare immobile sulla poltrona tenendo in bocca un’apposita pasta che viene applicata dal dentista sui denti, che deve solidificarsi per ottenere l’impronta dentale di precisione.

Il fastidio di avere del materiale in bocca in molti casi non è proprio piacevole per il paziente e il tempo di attesa può risultare lungo con un sapore non proprio gradito dalle persone. A volte porta anche ad un importante senso del vomito, che rende difficoltoso eseguire l’impronta stessa in modo preciso nonostante gli accorgimenti che si possano adottare.

Inoltre il passaggio tra impronta “normale”, trasferimento al laboratorio e creazione del modello in gesso porta ad un aumento del rischio di imprecisioni e distorsioni dato dai vari passaggi tecnici che sono richiesti. Con lo scanner il modello virtuale viene direttamente utilizzato dal laboratorio per iniziare il processo di creazione.

Nonostante lo strumento sia molto utile e performante, non è possibile ancora sostituire totalmente l’impronta normale o analogica, soprattutto in casi estesi o protesi mobili. Ma la tecnologia avanza ed in un futuro ormai vicino, grazia anche all’uso delle stampanti 3D, si potrà eseguire la quasi totalità dei lavori totalmente in digitale.

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